L’EVOLUZIONE CULTURALE. Il movimento che caratterizza l’Universo e ne è l’unità strutturale e, direi, concettuale, non può essere estraneo al suo contenuto. Infatti tutto si muove nell’Universo: le galassie, le stelle, i pianeti, la materia inorganica, quella organica, gli esseri pluricellulari. Quindi anche l’uomo. Il movimento dell’essere umano è l’evoluzione culturale. Veniamo dalla evoluzione biologica, come tutti gli esseri viventi, che, a sua volta, si è ulteriormente mossa, ossia si è evoluta, ora è culturale. Culturale, ma pur sempre evoluzione, quindi con tutte le caratteristiche proprie della evoluzione: variazione, selezione naturale e specie, culturale, non biologica.
Non esiste l’impossibilità biologica di avere figli tra persone di specie culturali diverse, ma l’impossibilità culturale, ossia la volontà di non avere figli, se non con persone della stessa cultura. La guerra tra le nazioni, come la microconflittualità quotidiana, sono espressioni dell’evoluzione culturale, con selezione naturale della specie culturalmente più forte.
LA PERSONALITA’. La personalità è una e solo per una migliore comprensione si può suddividere in tre caratteri: socialità, sessualità e linguaggio.
Ogni carattere si forma durante le fasi sensibili dell’infanzia, per opera di specifici stimoli ambientali culturali che inducono la formazione di determinati circuiti nervosi in aree precise del cervello: il lobo frontale per la socialità, il lobo temporale per la sessualità, l’area di Broca e di Wernicke per il linguaggio. Non esistono personalità multiple.
LA VARIAZIONE. Evoluzione significa anche variazione, che raggiunge gradi estremi quando l’evoluzione è potente nella sua crescita, tanto da arrivare all’opposto del carattere. L’autismo è l’opposto della socialità, la transessualità è l’opposto della sessualità genetica, la balbuzie è l’opposto del linguaggio.
Autismo, orientamenti sessuali e balbuzie appaiono non quali disturbi o malattie, ma espressioni della evoluzione culturale.
I FERMENTI CULTURALI. Il fermento culturale è un nuovo, diverso e, in genere, minoritario comportamento che, se trasmissibile alla prole, può dare origine a una nuova cultura. Il fermento culturale è interpretato, a volte, come nevrosi.
Una donna che si lava le mani cento volte al giorno per uno psichiatra è affetta da rupofobia dal greco rupo che vuol dire sudiciume. Se vive in campagna e deve accudire al bestiame penseranno che sia matta, nessuno la sposa e il suo fermento culturale morirà con lei. Ma se vive in città e trova lavoro in un laboratorio dove è richiesta la massima igiene, sarà invece apprezzata, troverà marito e la sua cultura, improntata alla massima igiene, potrà trasmettersi ai figli.
E’ il passaggio generazionale che conferisce al fermento culturale la dignità di una cultura.
LA BALBUZIE. La balbuzie è un accento linguistico che si apprende durante l’infanzia, un modo di esprimersi, non un disturbo.
I sordi dalla nascita o divenuti tali prima di imparare a parlare, difficilmente potranno balbettare, perchè senza l’udito, non potranno capire la balbuzie e, quindi, non potranno apprenderla.